
Quest’anno il luogo ospitante è stato Feldkirch (Austria), cittadina posta strategicamente sul confine di 4 nazioni; nonostante i vari divieti e discussioni inutili del CRL, un gruppo di orientisti lombardi ha voluto partecipare alla due giorni, non tanto per sete di gloria, ma solo per poter parlare e confrontarsi orientisticamente con altre regioni maggiormente evolute della nostra (non solo per il livello di risultati).
Io e Mary abbiamo deciso di fare un week end lungo, cioè partire il venerdì mattina e rientro il lunedì, in modo da trasformare quest’ultima trasferta in una gita anziché un mordi e fuggi classico delle domeniche di gara.
La nostra base è situata a Dornbirn, paese distante una ventina di km. a nord di Feldkirch;

Il giorno d’arrivo lo dedichiamo a gironzolare fra Vaduz e Dornbirn: la prima città, capitale del Liechtenstein non offre nulla di particolarmente accattivante, mentre la seconda, ha un piccolo centro storico modernizzato e molte nuove case.
Fa senso notare la miriade di centri commerciali, concessionarie d’auto, benzinai, che ci sono sulla direttrice Feldkirch-Bregenz; queste attività stridono con le distese verdi condite di mandrie di bovini ed in generale, con lo stile di vita degli abitanti, rimasti ad una cultura di qualche decennio fa: in un certo modo tutta questa realtà mi ricorda l’Alto Adige misto di tradizione e modernità.
Anche qui non potevano mancare i ristoranti/pizzerie italiani, con i nomi di “Bella Napoli”, “San Remo”, “Bene,bene,molto bene”, con musica italiana del secolo scorso con i sempreverdi Ramazzotti, Pausini, Celentano, Baglioni, ecc..
Il sabato mattina, dopo la passeggiata con visita ai due bovini che vivono nel prato davanti al nostro balcone, andiamo al ritrovo di Gofis che dista un paio di km. da Feldkirch: nonostante il buon anticipo sui lanci, la maggior parte delle squadre sono già disposte sul prato adiacente il campo da calcio.

I sei elementi GOK daranno vita a due staffette: quella in M35 sarà composta da me, Attila e Stegal, la Open long da Roby, PLab e Mary. Per far correre Mary ho dovuto prometterle che avrei fatto da ombra nel bosco….
Alle 14 si parte, ma rischio di saltare lo start perché mi fermo a parlare con Rudy della gara di S.Giovanni; le cartine sono posate troppo vicine e quindi lascio al mio vicino la possibilità di partire davanti.
La svedese si trova ad almeno 200 metri: lascio che tutti corrano davanti a me, non devo curare treni o avversari. La carta è discreta, ci sono troppi sentieri, non vale la pena tagliare per il bosco, poiché si rischia di confondersi le idee. L’unico errore, da circa un minuto, lo faccio alla prima lanterna poiché arrivo troppo a ovest del cerchio; altri avversari non ne vedo, sono già da solo! Ottimo. I primi punti non riesco a farli benissimo, ho qualche incertezza ma nulla di irreparabile; pian piano entro nel ritmo gara comincio a scegliere solo sentieri e tutto diventa più scorrevole. Al quarto punto mi trovo col mio vicino di partenza, uno svizzero nemmeno tanto scarso; lui, molto veloce, tenta di tagliare nel bosco, ma non riesce ad andarsene perché in zona punto è meno sicuro.

Salendo le tre curve di livello, per prendere la strada verso la dieci, capisco che la mia benzina sta per finire e quindi decido di prendere il mio passo senza più pensare a loro. Riesco a rivederli in uscita del punto 10 e, da lontano, sul salitone per la 13.
Fisicamente, il trappolone mentale è la sequenza 13-15, in quanto si sarebbe portati a pensare ad un sentiero su cresta ondulata ma piatta, invece è un continuo salire che termina alla roccia con codice 53. Da quel punto in avanti s’inizia a scendere verso il punto spettacolo e risalire nuovamente per l’ultimo anello.

Successivamente mi faccio coinvolgere dai passaggi delle staffette, in attesa che arrivi PLab a dare il cambio a Mary. La sua frazione open è quella più lunga quindi non sarà una passeggiata breve; Roby e Piero impiegano lo stesso tempo a fare lo stesso percorso ed ora tocca a noi. Io cerco di limitare i miei interventi, lascio che sia lei a cercare la strada; rimango sempre qualche metro dietro cercando di memorizzare la strada percorsa in caso di necessità. Purtroppo Mary alterna tratte molto precise a preoccupanti passaggi a vuoto,

8 commenti:
Se la giornata merita fai qualche passo alpino se non hai il tempo tiranno... tornando a casa dal Ticino suggerisco il passo del San Bernardino... dall'Austria a te la scelta...
Noi tutto ok il viaggio di ritorno
Anche io mezzo post... ovvero le gare. Le considerazioni "ambientali" ad una prossima stesura!
Ciao, buon ritorno a casa
Vincent, senza leggere ho fatto ciò che hai scritto.... pausa di 2 ore sul S.Bernardino con piccola passeggiata a causa dell'infortunio.... ora sono impegnato a sistemare il nuovo pc portatile che ho appena comprato. Per il post prossimamente....
Attento Marco hai gli stessi gusti di un sovversivo :-P
Ottima scelta... è uno dei passi che preferisco, nonostante l'ultimo passaggio in quota è datato oltre un decennio fa...
Se andavi a casa dall'AUSTRIA ora che mi viene in mente il Silvretta era carino, ma in estate è meglio in quanto puoi abbinare il giro in battello sul lago ( sempre che dal 1994 le cose non sono cambiate )
Beh, fare passi alpini è sempre stato un mio pallino... quando avevo la moto ne facevo parecchi: un giorno feci 7 dogane a forza di passare fra Austria, Svizzera e Italia....
Anche il mio... mi ricordo quella volta che di ritorno dalla scalata al Civetta ( pensione Montepelmo nei pressi di Zoldo come base ) si fecero tutti i passi dolomitici fino a sbucare a Pietralba...
Adesso la prossima vetta che ho in mente è il Triglav... a novembre la timbrerò ;-)
Anche il mio... mi ricordo quella volta che di ritorno dalla scalata al Civetta ( pensione Montepelmo nei pressi di Zoldo come base ) si fecero tutti i passi dolomitici fino a sbucare a Pietralba...
Adesso la prossima vetta che ho in mente è il Triglav... a novembre la timbrerò ;-)
Le sorelle Torrgler e i fratelli Dissidenti... I partigiani nei boschi di Dongo...
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